Per ben 20 anni, dopo la mia laurea, mi sono preoccupato di migliorare la mia capacità di diagnosi e le mie abilità cliniche, convinto che questo bastasse per diventare un professionista capace ed affermato. Poi ho letto “Questo riunito che ci divide” e ho cambiato paradigma, fin dalle prime pagine. Ho imparato ad osservare attraverso il punto di vista del paziente, a comprendere la percezione che ha di noi e del nostro studio, perché “la qualità è nulla, se non viene percepita”. Ho capito che il prendersi cura inizia dall’accoglienza; che il mio biglietto da visita non sono le mie mani, non soltanto almeno, ma ancor prima e soprattutto la mia squadra. Questo ha cambiato il mio rapporto con i miei collaboratori e il nostro rapporto con i pazienti; è incredibile come tutto questo renda più facile lavorare insieme. Oggi non posso fare a meno di cominciare il mio colloquio con un paziente senza porre la domanda: cosa posso fare per lei? Grazie Davide!